giovedì 24 febbraio 2011

Insegnanti e amici per tutta la vita

Vantaggi: Sono i nostri compagni di quel viaggio chiamato vita. Insegnano senza pretendere che impariamo. Ci offrono la loro amicizia e diventano un po' una nostra famiglia.
Svantaggi: Bisogna solo avere un po' di tempo da dedicargli. E purtroppo, come ogni cosa nella vita, non sono gratuiti.

Leggendo i vantaggi e gli svantaggi, nonche' il titolo, ho voluto omettere il soggetto di questo post. Forse qualcuno di voi l'avra' gia' intuito leggendo la maggior parte delle opinioni e recensioni che ho sparso per la rete, che sono dedicate ad alcuni di questi insegnanti e amici.
Cos'e' un amico? Be', un amico e' qualcuno che ci accompagna senza mai pretendere nulla, che ci consiglia nei momenti difficili, che ci vuole bene quando ne abbiamo bisogno, che ci sprona quando siamo stanchi e ci aiuta a rialzarci quando siamo a terra.
Forse la parola amico in questo caso non e' del tutto esatta: in fondo un amico lo e' per suo volere mentre in questo caso dipende tutto da noi, da come ci relazioniamo con loro e da come ci immergiamo nell'atmosfera che sanno creare.
Insegnanti? Si, in questo caso la parola puo' essere usata senza problemi perche' un insegnante e' qualcuno che riesce a farci imparare qualcosa di utile. Non sempre e' cosi', ma spesso capita. E sono insegnanti migliori di tanti altri perche' non valutano la nostra preparazione, non ci fanno esami per scoprire quanto sappiamo e non ci giudicano. Sono assolutamente imparziali.
Ma chi sono questi "Loro"?
Semplice: i libri.
Da sempre i libri hanno avuto nella mia vita un duplice scopo: essermi insegnanti, ed e' facile capire perche', ed essermi amici, perche' sono sempre stati al mio fianco. Forse la parola compagno sarebbe piu' indicata rispetto ad amico, ma in fondo non ha molta importanza.
Tutti i libri mi hanno insegnato qualcosa, anche quelli di avventura, di horror, i gialli... tutti. I personaggi, le storie, il modo in cui vengono raccontate, il linguaggio che viene usato: tutto questo mi ha insegnato qualcosa. A volte erano banalita', frasi che colpiscono velocemente per poi sparire nella narrazione degli avvenimenti. Eppure anche queste mi hanno dato da pensare e riflettere aiuta parecchio: i pensieri vorticano, si liberano, stimolano le famose cellule grigie di Poirot e si registrano negli angoli bui della nostra mente. Pensare aiuta a capire. E se si riesce a capire, allora si sa. Non e' importante imparare a memoria (parlo da ingegnere, ovviamente, perche' in altri tipi di professioni la memoria e' invece fondamentale) ma se si impara a ragionare, allora tutto risulta a portata di mano. Basta trovare i nodi giusti del problema e studiarli da tutti i punti di vista possibili. Se non si riesce a trovare una soluzione dopo tutto questo, allora forse una soluzione non c'e'. Ma il piu' delle volte significa solo che non abbiamo cercato nei posti giusti e che la ricerca deve andare avanti.
Ma sto divagando.
I libri sono degli ottimi insegnanti perche' non pretendono la mia attenzione, sono io che voglio dargliela. Se un argomento non mi piace o non mi interessa, e' facile chiuderli e passare ad un altro che forse riuscira' ad introdurmi nello stesso argomento, ma da un punto di vista che stuzzica meglio la mia mente e, perche' no?, la mia fantasia. Imparare in fondo significa avere un po' di fantasia: non si puo' provare tutto nella vita, ma immaginarlo? Certo che si puo' e questo mi apre nuovi orizzonti. C'e' anche da dire che mi sono imposto una regola: finisco ogni libro che inizio perche' non si sa mai cosa possono riservarti le pagine successive. A volte sono rimasto deluso, altre volte (la maggior parte) sono stato felicemente sorpreso e contento di essere andato avanti nella lettura. Diciamo che sono stato ripagato per la mia perseveranza.
Passiamo all'altro aspetto dei libri: essermi compagno e amico.
Be', io viaggio molto, sono un pendolare e conoscendo la situazione dei treni si puo' facilmente comprendere quanto tempo "libero" ho da riempire. I tempi di viaggio sono tutti tempi morti: in qualche modo bisogna riempirli. Se sono in compagnia, li riempio chiacchierando. Se non lo sono, allora mi rivolgo alla letteratura. E cosi' viaggio con la fantasia (sempre lei, certo): sono seduto sul treno e cammino con Frodo in terre selvagge e desertiche. Oppure ascolto Holmes suonare il suo violino mentre pensa alla soluzione di un caso. Assaggio un pezzo del cioccolato Wonka con Charlie. Faccio un volo sulla scopa di Potter durante una partita di Quiddich. Rifletto su un problema geometrico in compagnia di Eulero e Pitagora. Rincorro una regola per i numeri primi insieme ai grandi matematici del passato oppure discuto di relativita' con Einstein. Posso fare qualunque cosa io voglio ed essere chiunque: un re, un principe, un mago, un hobbit, un elfo, un delfino, un gufo, un pappagallo, uno scarabeo egiziano, un dittatore, un santone indiano, un malato terminale o un fantasma... Non ci sono limiti alla fantasia e ai giochi che un libro ti propone. E non ci sono limiti di modestia perche' i libri non fanno distinzione di classe, parlano con tutti indifferentemente: Stephen Hawking parla, attraverso i suoi libri, di buchi neri e astronomia con chiunque abbia voglia di ascoltarlo.
Sembra una pubblicita' questa, vero? In fondo forse lo e' perche' mi dispiace sentire di tanti ragazzini che passano il loro tempo davanti ai videogames e alla televisione mentre potrebbero spenderlo meglio con un buon libro. Ne "La fabbrica di cioccolato" di Dahl c'e' una canzoncina cantata dagli Umpa-Lumpa che ribadisce questo concetto e vi consiglio di andarla a leggere (non l'ho riportata qui, perche' voglio stuzzicare la vostra curiosita').
Un po' di tempo fa qualcuno mi ha riportato una frase di Calvino che mi ha colpito: 
"Leggere un libro significa conoscerne il protagonista, e possibilmente diventargli amico" 
Non ho piu' avuto modo di continuare la discussione con questa persona, ma mi sarebbe piaciuto. Sosteneva che era "... addirittura SACRILEGO dire che il signore degli anelli sia un capolavoro che solca ogni orizzonte, in quanto posto minimo 7 spanne sotto i veri capolavori. Che dire allora di:"il ritratto di Dorian gray", "la storia" della morante, "il visconte dimezzato" e gran parte dei libri di Calvino, i capolavori di Hesse, oppure libri più datati come "l' Orlando furioso" o la stessa "Divina commedia"!!!!!!Non c è dubbio, a mio parere nel dire che un "masterpiece" non può lasciare indifferente il lettore ma deve necessariamente sconvolgerlo interiormente" 
Quello che dava al "Signore degli anelli" il titolo di capolavoro che solca ogni orizzonte ero ovviamente io. Ho risposto dicendo che "...il fatto che a scriverlo non sia stato Calvino o Dante o Hesse ma un "semplice" Tolkien non lo declassa di sicuro. [...] Se guardiamo poi la tua citazione di Calvino [...], be', non preclude alcun genere. Non si riferisce alla narrativa, alla storia, al fantasy, alla fantascienza, al giallo o altro ancora. Parla solo del protagonista, un qualcuno (non necessariamente umano) che si trova in ogni libro. Se poi io mi affeziono ad un tipo come Harry Bosch protagonista dei romanzi di Connelly oppure all'Hobbit Frodo di Tolkien oppure agli avvocati di Grisham e ne divento amico, be', in fondo sono tutti opera di fantasia, amici immaginari che sono in pratica un rimasuglio dell'infanzia trasposto nelle pagine di romanzi per me bellissimi e che sono paragonabili ad una rimpatriata." 
Questa la discussione.
Attenti, non la riporto qui per spirito polemico ma solo perche' mi piacerebbe conoscere i pareri di tutti voi. Magari riuscirete a dirmi se e dove sbaglio nel mio giudizio.
Continuo a vedere i libri come i componenti di una stessa famiglia, solo appartenenti a rami diversi, che sono poi i generi. E tra questi sottoinsiemi non e' possibile fare confronti. Sarebbe come confrontare il Silmarillion di Tolkien alla Divina Commedia di Dante. Be', in verita qui il genere mi sfugge perche' la Divina Commedia, se non guardiamo il modo in cui e' scritta, non e' in fondo un grande racconto fantasy? Non possiamo certo prenderla come libro storico, no?
Si, qui ho voluto lanciare una provocazione enorme che lascio raccogliere a chi di voi vuole continuare la discussione.
Con questo chiudo. Posso augurarvi, "Buona lettura a tutti", sempre che questa opinione non ve ne abbia fatto passare la voglia.

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